Mauro Zarate, attaccante, ha rilasciato alcune dichiarazioni a Radiosei sulla Lazio: “Nella mia carriera la Lazio è stata speciale. La gente non mi conosceva, la Lazio mi ha fatto conoscere. Amo i laziali, ancora piango se ci penso. Delio Rossi mi fece giocare all’esordio con Cagliari perché mi vedeva bene, facevo giocate pazzesche in allenamento e mi diede fiducia. Nella finale di Coppa Italia con la Sampdoria avevo paura di sbagliare, anche perché se non avessi segnato avremmo perso. Mio fratello, presente in tribuna, dalla tensione è rimasto col collo bloccato due giorni. Il gol più bello della mia carriera è stato quello segnato nel derby, forse è uno dei cinque gol più belli che siano mai stati segnati nella stracittadina. Ho commesso degli errori a Roma, ma ero giovane. Quello che ho vissuto alla Lazio è stato comunque unico. Vorrei allenarla quando finirò il mio percorso da allenatore. In campo magari la passavo poco, anche perché forse essendo giovane perdevo un po’ di lucidità con tutto l’entusiasmo intorno a me, ma lo facevo convinto di fare il bene della Lazio”.
di Napoli Magazine
21/09/2024 - 00:20
Mauro Zarate, attaccante, ha rilasciato alcune dichiarazioni a Radiosei sulla Lazio: “Nella mia carriera la Lazio è stata speciale. La gente non mi conosceva, la Lazio mi ha fatto conoscere. Amo i laziali, ancora piango se ci penso. Delio Rossi mi fece giocare all’esordio con Cagliari perché mi vedeva bene, facevo giocate pazzesche in allenamento e mi diede fiducia. Nella finale di Coppa Italia con la Sampdoria avevo paura di sbagliare, anche perché se non avessi segnato avremmo perso. Mio fratello, presente in tribuna, dalla tensione è rimasto col collo bloccato due giorni. Il gol più bello della mia carriera è stato quello segnato nel derby, forse è uno dei cinque gol più belli che siano mai stati segnati nella stracittadina. Ho commesso degli errori a Roma, ma ero giovane. Quello che ho vissuto alla Lazio è stato comunque unico. Vorrei allenarla quando finirò il mio percorso da allenatore. In campo magari la passavo poco, anche perché forse essendo giovane perdevo un po’ di lucidità con tutto l’entusiasmo intorno a me, ma lo facevo convinto di fare il bene della Lazio”.