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PREMIO BEARZOT - De Laurentiis: “Spalletti resta, con regole diverse avremmo vinto lo scudetto anche prima, festa a fine stagione" - VIDEO
24.03.2023 12:11 di Redazione

NAPOLI - Aurelio De Laurentiis, presidente del Napoli, ha rilasciato alcune dichiarazioni a margine del "Premio Bearzot", vinto da Luciano Spalletti, al Maschio Angioino di Napoli: "Siamo partiti dal basso. Nel 1996 avevo immaginato di unire cinema e calcio e nel 1999 mi presentai con un assegno di 125 miliardi e Ferlaino mi fece causa. Me ne ero anche dimenticato perché i miei figli si stavano laureando a Los Angeles. Poi nel 2004 ero a Capri per le vacanze e non sapevo che il Napoli fosse fallito. Vidi Gaucci che voleva comprare il club per 5 milioni. Appena ho saputo del fallimento, contro il parere di mia moglie e di mio figlio Luigi, che voleva impadronirsi di Hollywood e non voleva mi 'incasinassi', andai avanti e gli dissi: "figlio mio, cosa vuoi che sia il calcio rispetto al cinema che è così complesso?". Così è partito quest'avventura bellissima partita 18 anni fa. Ricordo che da Los Angeles andavo in questi campetti del Sud a prendere sputi in testa e a chiudermi negli spogliatoi, pensai: pensa che passaggio di carriera. La mia famiglia contentissima. Alla fine mia moglie è diventata tifosa, si strappa i capelli quando gioca il Napoli, non si può vedere la partita con lei mentre io sono 'inglese' nell'approccio.  Sono felice per il premio vinto da Spalletti. La mia è stata una felice intuizione. Ho dovuto depistarlo. Gattuso in quel momento non si sentiva bene e andai a Milano al Bosco Verticale per incontrare Spalletti, che avevo sentito già prima che andasse alla Roma e disse di no. Venne ad aprirmi e gli dissi: Luciano ho un grosso problema, se non si dovesse sentire bene Gattuso ho bisogno di te. E lui: no, a giugno vengo. Alla fine gli strappai un sì anche per l'immediato se fosse servito. Poi siamo andati avanti fino a giugno perché sono un gentiluomo e non ho voluto mandare via Gattuso. Forse sarei andato prima in Champions se l'avessi fatto. Nel frattempo per depistare tutti passai per Conceicao, per Allegri che venne per quattro volte a farmi lezione di calcio nei miei uffici e poi alla fine venne il bravo Luciano a riportarci tra i primi tre in Italia e anche quell'anno, lo scorso, poteva accadere qualcosa di diverso. Scudetto? Se le regole del calcio fossero diverse forse lo scudetto lo avremmo portato a Napoli già altre volte. A fine stagione sarà una super festa. Spalletti resterà a Napoli. Dei giocatori restano tutti? C'è sempre la proposta indecente, i numeri li fanno gli altri. Noi aspettiamo. Sono dei ragazzi straordinari. I miei contratti sono unici, vengono dal cinema, quindi nessuno si muove se noi diciamo di no. Vedremo".

 

 

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di Napoli Magazine

24/03/2024 - 12:11

NAPOLI - Aurelio De Laurentiis, presidente del Napoli, ha rilasciato alcune dichiarazioni a margine del "Premio Bearzot", vinto da Luciano Spalletti, al Maschio Angioino di Napoli: "Siamo partiti dal basso. Nel 1996 avevo immaginato di unire cinema e calcio e nel 1999 mi presentai con un assegno di 125 miliardi e Ferlaino mi fece causa. Me ne ero anche dimenticato perché i miei figli si stavano laureando a Los Angeles. Poi nel 2004 ero a Capri per le vacanze e non sapevo che il Napoli fosse fallito. Vidi Gaucci che voleva comprare il club per 5 milioni. Appena ho saputo del fallimento, contro il parere di mia moglie e di mio figlio Luigi, che voleva impadronirsi di Hollywood e non voleva mi 'incasinassi', andai avanti e gli dissi: "figlio mio, cosa vuoi che sia il calcio rispetto al cinema che è così complesso?". Così è partito quest'avventura bellissima partita 18 anni fa. Ricordo che da Los Angeles andavo in questi campetti del Sud a prendere sputi in testa e a chiudermi negli spogliatoi, pensai: pensa che passaggio di carriera. La mia famiglia contentissima. Alla fine mia moglie è diventata tifosa, si strappa i capelli quando gioca il Napoli, non si può vedere la partita con lei mentre io sono 'inglese' nell'approccio.  Sono felice per il premio vinto da Spalletti. La mia è stata una felice intuizione. Ho dovuto depistarlo. Gattuso in quel momento non si sentiva bene e andai a Milano al Bosco Verticale per incontrare Spalletti, che avevo sentito già prima che andasse alla Roma e disse di no. Venne ad aprirmi e gli dissi: Luciano ho un grosso problema, se non si dovesse sentire bene Gattuso ho bisogno di te. E lui: no, a giugno vengo. Alla fine gli strappai un sì anche per l'immediato se fosse servito. Poi siamo andati avanti fino a giugno perché sono un gentiluomo e non ho voluto mandare via Gattuso. Forse sarei andato prima in Champions se l'avessi fatto. Nel frattempo per depistare tutti passai per Conceicao, per Allegri che venne per quattro volte a farmi lezione di calcio nei miei uffici e poi alla fine venne il bravo Luciano a riportarci tra i primi tre in Italia e anche quell'anno, lo scorso, poteva accadere qualcosa di diverso. Scudetto? Se le regole del calcio fossero diverse forse lo scudetto lo avremmo portato a Napoli già altre volte. A fine stagione sarà una super festa. Spalletti resterà a Napoli. Dei giocatori restano tutti? C'è sempre la proposta indecente, i numeri li fanno gli altri. Noi aspettiamo. Sono dei ragazzi straordinari. I miei contratti sono unici, vengono dal cinema, quindi nessuno si muove se noi diciamo di no. Vedremo".