TONI AZZURRI
TONI AZZURRI - Iavarone su "NM": "Il Napoli ha spento la luce"
24.11.2019 14:05 di Redazione

NAPOLI - E ora che succede? Il Napoli non c’è più. La sua malattia rischia di non avere più tempi certi. Anziché fare tesoro della sindrome tafazziana tipica del Napoli Aureliano, sembra che presidente e staff tecnico (giocatori compresi), al grido del "tanto peggio tanto meglio", vogliano invece imitarne il cattivo esempio. Multe, ribellioni, giacobinismi pallinari. E poi un Napoli che perde colpi e stima calcistica. Cominciamo dall’allenatore, l’uomo delle tre Champions, il leader calmo fuori ma squassato dentro non è stato capace di tracciare una strada che portasse fuori dalla crisi. La squadra si è dissolta, fra paure, tormenti, rotture, rivolte e conseguenti mannaie, rabbie represse ed esplose. leri serviva solo la vittoria, non contava il gioco, non contava null’altro, solo i tre punti che non sono arrivati. Tuttavia quello che ora fa davvero paura è affrontare il domani. Per qualcuno non si vedono né l’idea, né la soluzione. Neppure la spinta per scappare via da momenti come questo. Tutti si stanno spingendo in quel vuoto spaventoso del disastro calcistico, quasi a staccarsi da chi più li ama, iniziando una crisi prima di rapporti, poi di risultati. Insomma la crisi di gioco sul campo ormai é diventata una crisi di relazioni fuori dal campo. Ora toccherebbe issare la bandiera del buonsenso, se mai esistesse in questo Napoli. Toccherebbe ai giocatori e ai loro condottieri (presidente e allenatore) uscirne. In termini sindacali si chiama procedure di raffreddamento, in altri modi si definisce tregua. Meno grida, meno minacce: si rinvii tutto a fine stagione, anche le dolorose partenze. In mezzo a questa tempesta di tumulti esiste la gente del Napoli. Per questi tifosi bisogna cercare di tenere la barra dritta, di schivare le onde per evitare il naufragio. Ancelotti a San Sito cercava di spingere il Napoli verso una vittoria che non valeva tanto per la classifica, quanto per il mondo esterno alla squadra. Ma non c’è riuscito. L’ennesimo inutile pareggio è lo specchio chiaro della partita col Milan, da una parte una squadra che procede nel buio della sua stagione (il Milan incerottato e scadente) dall’altra una squadra (il Napoli) angosciata da problemi in cui nessuno è riuscito a venire a capo di nulla. Lo dimostrano i numeri del campo: il Napoli giace in una buca da cui non riesce a uscire. E rischia di trovarsi sempre più distante dalla zona Champions League. Danno enorme.

 

 

Toni Iavarone
 
 
Napoli Magazine
 
 
Riproduzione del testo consentita previa citazione della fonte: www.napolimagazine.com
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di Napoli Magazine

24/11/2024 - 14:05

NAPOLI - E ora che succede? Il Napoli non c’è più. La sua malattia rischia di non avere più tempi certi. Anziché fare tesoro della sindrome tafazziana tipica del Napoli Aureliano, sembra che presidente e staff tecnico (giocatori compresi), al grido del "tanto peggio tanto meglio", vogliano invece imitarne il cattivo esempio. Multe, ribellioni, giacobinismi pallinari. E poi un Napoli che perde colpi e stima calcistica. Cominciamo dall’allenatore, l’uomo delle tre Champions, il leader calmo fuori ma squassato dentro non è stato capace di tracciare una strada che portasse fuori dalla crisi. La squadra si è dissolta, fra paure, tormenti, rotture, rivolte e conseguenti mannaie, rabbie represse ed esplose. leri serviva solo la vittoria, non contava il gioco, non contava null’altro, solo i tre punti che non sono arrivati. Tuttavia quello che ora fa davvero paura è affrontare il domani. Per qualcuno non si vedono né l’idea, né la soluzione. Neppure la spinta per scappare via da momenti come questo. Tutti si stanno spingendo in quel vuoto spaventoso del disastro calcistico, quasi a staccarsi da chi più li ama, iniziando una crisi prima di rapporti, poi di risultati. Insomma la crisi di gioco sul campo ormai é diventata una crisi di relazioni fuori dal campo. Ora toccherebbe issare la bandiera del buonsenso, se mai esistesse in questo Napoli. Toccherebbe ai giocatori e ai loro condottieri (presidente e allenatore) uscirne. In termini sindacali si chiama procedure di raffreddamento, in altri modi si definisce tregua. Meno grida, meno minacce: si rinvii tutto a fine stagione, anche le dolorose partenze. In mezzo a questa tempesta di tumulti esiste la gente del Napoli. Per questi tifosi bisogna cercare di tenere la barra dritta, di schivare le onde per evitare il naufragio. Ancelotti a San Sito cercava di spingere il Napoli verso una vittoria che non valeva tanto per la classifica, quanto per il mondo esterno alla squadra. Ma non c’è riuscito. L’ennesimo inutile pareggio è lo specchio chiaro della partita col Milan, da una parte una squadra che procede nel buio della sua stagione (il Milan incerottato e scadente) dall’altra una squadra (il Napoli) angosciata da problemi in cui nessuno è riuscito a venire a capo di nulla. Lo dimostrano i numeri del campo: il Napoli giace in una buca da cui non riesce a uscire. E rischia di trovarsi sempre più distante dalla zona Champions League. Danno enorme.

 

 

Toni Iavarone
 
 
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