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SHOW TIME - Gino Rivieccio su "NM": "Si è nu suonne nun me scetate!"
05.10.2018 21:30 di Redazione

NAPOLI - L’urlo del san Paolo all’89’ si è sentito sino a Pietradefusi dov’ero a vedere la partita in tv. Anche il mio, al gol di Insigne, arrivava fino a Roccabascerana dove si stava svolgendo la sagra del fusillo. In precedenza l’urlo della Champions all’inizio della sfida aveva riecheggiato nelle stanze di palazzo Chigi dove Conte e Di Maio, intenti a rivedere la manovra finanziaria, l’avevano scambiato per l’ennesima ovazione dei propri parlamentari dalla piazza sottostante per la modifica al Def e alla riforma delle pensioni. In pensione invece, e senza aspettare nemmeno i 62 anni, sono stati mandati tutti gli euroscettici che l’altra sera profetizzavano una sonora debacle casalinga degli azzurri contro i Reds. Ora sono loro i reds, rossi dalla vergogna per aver sottopesato una squadra, quella di Ancelotti, che al San Paolo nell’esordio casalingo in Champions ha dimostrato che quandofa sul serio riesce a mettere d’accordo tutti, persino Tria, Salvini e ultras. Sembra che il presidente del Senato Fico al fischio finale abbia chiamato De Magistris e abbia suggerito la candidatura di Ancelotti alle prossime elezioni regionali per contrastare De Luca. Da Roma però Di Maio pare abbia fatto sapere che Conte non ne vuole sapere di sedersi in panchina. E mentre Berlusconi vola a Mosca e lo spread vola a 300, il Napoli vola a mille sorretto dalla certezza che quando al comando si ha chi sa leggere le partite nulla è impossibile, anche se di fronte ti ritrovi i vice campioni d’Europa e forse in questo momento la squadra che gioca il miglior calcio nel continente. Il buon Carletto mischiando le carte prima e sviluppando l’offensiva dopo, con cambi coraggiosi ha vinto una partita che avrebbe meritato di stravincere se non si fossero frapposte prima la traversa e un paio di parate di Allison e poi qualche gufata settentrionale. Un pareggio dopo il mezzo passo falso di Belgrado sarebbe servito a poco e allora l’uomo che si consola guardando in bacheca la Champions vinta nel 2003, ha messo coraggiosamente dentro Verdi, Mertens e Zielinski. Gli euroscettici hanno pensato a quel punto che complice il ministro Savona e l’arrivo a Napoli di Salvini, l’uomo di Reggiolo avesse deciso di uscire dall’Europa. Apriti cielo! Lo spread sarebbe schizzato ancora di più e il differenziale col Bund tedesco ai massimi storici. Ci ha pensato invece un altro tedesco, quello che con una simpatia diversa dai Bund ma simile a un Bond e che sta facendo vendere più auto alla Opel, ad ammettere che il risultato era giusto e che Insigne ormai se lo sogna anche di notte. Anche il sottoscritto ha sognato quella notte. Nella notte stellata di Pietradefusi si è addormentato ripensando alle magie di questa indimenticabile serata di Fuorigrotta mentre le urla del San Paolo accompagnavano la sua fuga tra le braccia di Morfeo. Recitava uno striscione di parecchi anni fa “Si è nu suonne nun me scetate“. Nun è stato nu’ suonne. Il viaggio in Europa continua. E di uscire non se ne parla proprio. Juncker, Cavani e Klopp sono avvertiti.

 

 

Gino Rivieccio

 

Napoli Magazine
 

Riproduzione del testo consentita previa citazione della fonte: www.napolimagazine.com

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di Napoli Magazine

05/10/2024 - 21:30

NAPOLI - L’urlo del san Paolo all’89’ si è sentito sino a Pietradefusi dov’ero a vedere la partita in tv. Anche il mio, al gol di Insigne, arrivava fino a Roccabascerana dove si stava svolgendo la sagra del fusillo. In precedenza l’urlo della Champions all’inizio della sfida aveva riecheggiato nelle stanze di palazzo Chigi dove Conte e Di Maio, intenti a rivedere la manovra finanziaria, l’avevano scambiato per l’ennesima ovazione dei propri parlamentari dalla piazza sottostante per la modifica al Def e alla riforma delle pensioni. In pensione invece, e senza aspettare nemmeno i 62 anni, sono stati mandati tutti gli euroscettici che l’altra sera profetizzavano una sonora debacle casalinga degli azzurri contro i Reds. Ora sono loro i reds, rossi dalla vergogna per aver sottopesato una squadra, quella di Ancelotti, che al San Paolo nell’esordio casalingo in Champions ha dimostrato che quandofa sul serio riesce a mettere d’accordo tutti, persino Tria, Salvini e ultras. Sembra che il presidente del Senato Fico al fischio finale abbia chiamato De Magistris e abbia suggerito la candidatura di Ancelotti alle prossime elezioni regionali per contrastare De Luca. Da Roma però Di Maio pare abbia fatto sapere che Conte non ne vuole sapere di sedersi in panchina. E mentre Berlusconi vola a Mosca e lo spread vola a 300, il Napoli vola a mille sorretto dalla certezza che quando al comando si ha chi sa leggere le partite nulla è impossibile, anche se di fronte ti ritrovi i vice campioni d’Europa e forse in questo momento la squadra che gioca il miglior calcio nel continente. Il buon Carletto mischiando le carte prima e sviluppando l’offensiva dopo, con cambi coraggiosi ha vinto una partita che avrebbe meritato di stravincere se non si fossero frapposte prima la traversa e un paio di parate di Allison e poi qualche gufata settentrionale. Un pareggio dopo il mezzo passo falso di Belgrado sarebbe servito a poco e allora l’uomo che si consola guardando in bacheca la Champions vinta nel 2003, ha messo coraggiosamente dentro Verdi, Mertens e Zielinski. Gli euroscettici hanno pensato a quel punto che complice il ministro Savona e l’arrivo a Napoli di Salvini, l’uomo di Reggiolo avesse deciso di uscire dall’Europa. Apriti cielo! Lo spread sarebbe schizzato ancora di più e il differenziale col Bund tedesco ai massimi storici. Ci ha pensato invece un altro tedesco, quello che con una simpatia diversa dai Bund ma simile a un Bond e che sta facendo vendere più auto alla Opel, ad ammettere che il risultato era giusto e che Insigne ormai se lo sogna anche di notte. Anche il sottoscritto ha sognato quella notte. Nella notte stellata di Pietradefusi si è addormentato ripensando alle magie di questa indimenticabile serata di Fuorigrotta mentre le urla del San Paolo accompagnavano la sua fuga tra le braccia di Morfeo. Recitava uno striscione di parecchi anni fa “Si è nu suonne nun me scetate“. Nun è stato nu’ suonne. Il viaggio in Europa continua. E di uscire non se ne parla proprio. Juncker, Cavani e Klopp sono avvertiti.

 

 

Gino Rivieccio

 

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