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MR Z - Napoli, non c'è da preoccuparsi
16.05.2023 23:00 di Redazione

NAPOLI - Non mi preoccupa affatto la sconfitta di Monza, né mi lascio trascinare in polemiche sull’ipotetica mancanza di rispetto della squadra nei confronti non si capisce bene di chi e di che cosa (mi è capitato di leggere anche questo tra i commenti che sono seguiti alla partita in Brianza). Mi interessa di più fare una riflessione di natura tattica, in considerazione delle crescenti difficoltà che la squadra sta mostrando già da qualche tempo e sulle quali ci sono valutazioni che valgono per questo scorcio finale di stagione e che potrebbero valere ugualmente nel futuro. Il Napoli da diverse settimane ha uno scadente gioco d’attacco che determina in ogni partita una sofferenza e un arrancare affannoso che erano assolutamente inimmaginabili nella prima parte della stagione, quando il gioco degli azzurri era sicuro e spumeggiante in ogni zona del campo e soprattutto nei dintorni dell’area di rigore avversaria. Da che cosa dipende? Dal famoso calo atletico e di tensione emotiva che caratterizzerebbe le squadre di Spalletti nella fase finale della stagione? Personalmente credo poco a questa versione. Il fenomeno potrebbe essere forse determinato dal considerevole anticipo con il quale il Napoli si era guadagnato la quasi assoluta certezza della conquista dello scudetto e dunque dalla crisi di concentrazione che ne può essere seguita? Neppure questa ipotesi mi convince. E allora? Il mio punto di vista è che per lungo tempo gli azzurri hanno rappresentato una assoluta novità tecnico-tattica per il calcio italiano ed europeo di fronte alla quale gli allenatori delle squadre avversarie di sono trovati impreparati e non sono stati rapidamente capaci di trovare un rimedio adeguato. Poi con il passare del tempo lo studio delle contromisure da adottare quando ci si trovava di fronte agli azzurri ha cominciato a dare i suoi frutti e da quel momento le squadre avversarie hanno imparato a chiudere gli spazi e a inaridire le fonti del gioco offensivo del Napoli. Se una critica si può muovere a Spalletti, a conclusione di un campionato dominato dalla sua squadra in lungo e in largo, può essere solo questa: non aver saputo (o potuto) adattare il disegno tattico del Napoli alle nuove situazioni che si sono venute ad affacciare in corso d’opera. Ma va detto, a onor del vero, che spesso noi giornalisti siamo portati ad analizzare e a criticare senza confrontarci, senza chiedere e ottenere spiegazioni dai diretti interessati. Se si fosse in grado di misurarsi su un simile tema con l’allenatore è molto probabile che Spalletti potrebbe dare risposte convincenti. Resta in ogni caso l’auspicio che per la prossima stagione (visto che il tecnico dovrebbe quasi sicuramente rimanere alla guida del Napoli) l’allenatore studi accorgimenti adeguati al problema. Per farlo sarà anche necessario programmare e realizzare una campagna acquisti che tenga conto di certe necessità. Si fa presto a parlare di cambi tattici, di rimodulazione della squadra in corso d’opera, ma se la qualità e le caratteristiche della rosa a disposizione non lo consentono tutto resta confinato nella sfera delle buone intenzioni con le quali, credo, sia molto difficile vincere le partite di calcio.

 

 

Mario Zaccaria

 

Napoli Magazine 

 

Riproduzione del testo consentita previa citazione della fonte: www.napolimagazine.com

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MR Z - Napoli, non c'è da preoccuparsi

di Napoli Magazine

16/05/2024 - 23:00

NAPOLI - Non mi preoccupa affatto la sconfitta di Monza, né mi lascio trascinare in polemiche sull’ipotetica mancanza di rispetto della squadra nei confronti non si capisce bene di chi e di che cosa (mi è capitato di leggere anche questo tra i commenti che sono seguiti alla partita in Brianza). Mi interessa di più fare una riflessione di natura tattica, in considerazione delle crescenti difficoltà che la squadra sta mostrando già da qualche tempo e sulle quali ci sono valutazioni che valgono per questo scorcio finale di stagione e che potrebbero valere ugualmente nel futuro. Il Napoli da diverse settimane ha uno scadente gioco d’attacco che determina in ogni partita una sofferenza e un arrancare affannoso che erano assolutamente inimmaginabili nella prima parte della stagione, quando il gioco degli azzurri era sicuro e spumeggiante in ogni zona del campo e soprattutto nei dintorni dell’area di rigore avversaria. Da che cosa dipende? Dal famoso calo atletico e di tensione emotiva che caratterizzerebbe le squadre di Spalletti nella fase finale della stagione? Personalmente credo poco a questa versione. Il fenomeno potrebbe essere forse determinato dal considerevole anticipo con il quale il Napoli si era guadagnato la quasi assoluta certezza della conquista dello scudetto e dunque dalla crisi di concentrazione che ne può essere seguita? Neppure questa ipotesi mi convince. E allora? Il mio punto di vista è che per lungo tempo gli azzurri hanno rappresentato una assoluta novità tecnico-tattica per il calcio italiano ed europeo di fronte alla quale gli allenatori delle squadre avversarie di sono trovati impreparati e non sono stati rapidamente capaci di trovare un rimedio adeguato. Poi con il passare del tempo lo studio delle contromisure da adottare quando ci si trovava di fronte agli azzurri ha cominciato a dare i suoi frutti e da quel momento le squadre avversarie hanno imparato a chiudere gli spazi e a inaridire le fonti del gioco offensivo del Napoli. Se una critica si può muovere a Spalletti, a conclusione di un campionato dominato dalla sua squadra in lungo e in largo, può essere solo questa: non aver saputo (o potuto) adattare il disegno tattico del Napoli alle nuove situazioni che si sono venute ad affacciare in corso d’opera. Ma va detto, a onor del vero, che spesso noi giornalisti siamo portati ad analizzare e a criticare senza confrontarci, senza chiedere e ottenere spiegazioni dai diretti interessati. Se si fosse in grado di misurarsi su un simile tema con l’allenatore è molto probabile che Spalletti potrebbe dare risposte convincenti. Resta in ogni caso l’auspicio che per la prossima stagione (visto che il tecnico dovrebbe quasi sicuramente rimanere alla guida del Napoli) l’allenatore studi accorgimenti adeguati al problema. Per farlo sarà anche necessario programmare e realizzare una campagna acquisti che tenga conto di certe necessità. Si fa presto a parlare di cambi tattici, di rimodulazione della squadra in corso d’opera, ma se la qualità e le caratteristiche della rosa a disposizione non lo consentono tutto resta confinato nella sfera delle buone intenzioni con le quali, credo, sia molto difficile vincere le partite di calcio.

 

 

Mario Zaccaria

 

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