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WWF - Scoperto un nuovo nucleo di lontra nel Lazio, da dove era assente da più di 20 anni
24.09.2022 05:00 di Redazione

Un nuovo nucleo di lontra è stato scoperto lungo il fiume Garigliano, e parte dei suoi maggiori affluenti (provincia di Frosinone) nell’ambito di un progetto per il censimento della lontra promosso e finanziato dal WWF Italia. Il progetto si concentra nelle regioni dove ancora questo raro mustelide risulta ancora assente o con scarsi segnali di presenza da monitorare (Val d’Aosta, Piemonte, Lombardia, Liguria, Toscana, Emilia Romagna, Marche, Umbria e appunto Lazio) o è riapparso solo recentemente (Friuli Venezia Giulia, Trentino- Alto Adige). La scoperta è stata fatta questa estate dal biologo Simone Giovacchini, responsabile dei censimenti nel Lazio. Il WWF ne dà notizia in vista del World Rivers Day, la Giornata Mondiale dei fiumi che si celebra domenica 25 settembre. Si tratta della prima segnalazione della specie dal 2000, anno in cui è stata dichiarata estinta nella regione. Questo monitoraggio arriva a circa 40 anni dal precedente e ad oltre 10 dal Piano di Conservazione per la lontra (PACLO) curato da ISPRA. Per farlo, il WWF ha attivato il prezioso supporto scientifico dell’Università del Molise, che vanta alcuni dei maggiori esperti mondiali sulla specie come la professoressa Anna Loy, con cui è stato redatto un protocollo standardizzato raccomandato dall’Otter Specialist Group dell’IUCN (Unione Internazionale per la Conservazione della Natura). Il censimento è coordinato da referenti regionali che stanno controllando i siti selezionati a scala nazionale all’interno di celle di griglia di 10x10km, anche con il supporto di volontari e appassionati. Obiettivo dell’indagine è quello di raccogliere informazioni aggiornate sulla presenza della specie nelle aree periferiche all’areale attuale, concentrato nel centro-meridione, ma anche sui fattori di disturbo antropico che limitano le possibilità di espansione. La lontra euroasiatica (Lutra lutra), che per sopravvivere ha bisogno di habitat fluviali integri e in buona salute, è ancora oggi una delle specie più rare del nostro Paese. Dopo aver rischiato, nel secolo scorso, l’estinzione in Italia, da qualche anno è in lenta ma costante ripresa. Grazie anche alle politiche nazionali ed europee di conservazione, di cui il WWF è stato protagonista, si è assistito alla riunificazione dei due nuclei meridionali – gli unici vitali del Paese – alla ripresa in alcune regioni confinanti e al timido ritorno nell’area alpina, legato all’espansione della specie da Austria e Slovenia e a qualche segnale nel versante francese/ligure. Nonostante questo, la popolazione italiana di lontra è ancora oggi tra le più minacciate e isolate d’Europa, essendo ancora assente in gran parte del suo areale storico, soprattutto nelle regioni centrali e settentrionali della penisola. In Italia si stimano tra gli 800 e i 1.000 individui di lontra, un numero ancora ben al di sotto del limite vitale minimo. Il WWF in Italia è stato il primo a dare l’allarme sullo stato della lontra negli anni ’80, dando vita al Gruppo Lontra Italia e coordinando il primo e unico monitoraggio nazionale dalla primavera del 1984 all’autunno del 1985, in cui emerse che solo il 6% dei 1.300 siti monitorati erano effettivamente occupati dalla specie. Infine il Manifesto del Gruppo Lontra Italia, sottoscritto nel 1993, che portò a identificare, tra le altre cose una serie di centri Lontra tra cui quello dell’Oasi WWF di Penne. Proprio le Oasi del WWF sono state un'azione fondamentale per la conservazione della specie, come quelle di Serre-Persano, Grotte del Bussento e Lago di Conza in Campania, Pantano di Pignola e Policoro in Basilicata, Cascate del Verde in Abruzzo, e il sostegno alla realizzazione di importanti aree protette come il parco nazionale del Cilento-Vallo di Diano e Monti Alburni.

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WWF - Scoperto un nuovo nucleo di lontra nel Lazio, da dove era assente da più di 20 anni

di Napoli Magazine

24/09/2022 - 05:00

Un nuovo nucleo di lontra è stato scoperto lungo il fiume Garigliano, e parte dei suoi maggiori affluenti (provincia di Frosinone) nell’ambito di un progetto per il censimento della lontra promosso e finanziato dal WWF Italia. Il progetto si concentra nelle regioni dove ancora questo raro mustelide risulta ancora assente o con scarsi segnali di presenza da monitorare (Val d’Aosta, Piemonte, Lombardia, Liguria, Toscana, Emilia Romagna, Marche, Umbria e appunto Lazio) o è riapparso solo recentemente (Friuli Venezia Giulia, Trentino- Alto Adige). La scoperta è stata fatta questa estate dal biologo Simone Giovacchini, responsabile dei censimenti nel Lazio. Il WWF ne dà notizia in vista del World Rivers Day, la Giornata Mondiale dei fiumi che si celebra domenica 25 settembre. Si tratta della prima segnalazione della specie dal 2000, anno in cui è stata dichiarata estinta nella regione. Questo monitoraggio arriva a circa 40 anni dal precedente e ad oltre 10 dal Piano di Conservazione per la lontra (PACLO) curato da ISPRA. Per farlo, il WWF ha attivato il prezioso supporto scientifico dell’Università del Molise, che vanta alcuni dei maggiori esperti mondiali sulla specie come la professoressa Anna Loy, con cui è stato redatto un protocollo standardizzato raccomandato dall’Otter Specialist Group dell’IUCN (Unione Internazionale per la Conservazione della Natura). Il censimento è coordinato da referenti regionali che stanno controllando i siti selezionati a scala nazionale all’interno di celle di griglia di 10x10km, anche con il supporto di volontari e appassionati. Obiettivo dell’indagine è quello di raccogliere informazioni aggiornate sulla presenza della specie nelle aree periferiche all’areale attuale, concentrato nel centro-meridione, ma anche sui fattori di disturbo antropico che limitano le possibilità di espansione. La lontra euroasiatica (Lutra lutra), che per sopravvivere ha bisogno di habitat fluviali integri e in buona salute, è ancora oggi una delle specie più rare del nostro Paese. Dopo aver rischiato, nel secolo scorso, l’estinzione in Italia, da qualche anno è in lenta ma costante ripresa. Grazie anche alle politiche nazionali ed europee di conservazione, di cui il WWF è stato protagonista, si è assistito alla riunificazione dei due nuclei meridionali – gli unici vitali del Paese – alla ripresa in alcune regioni confinanti e al timido ritorno nell’area alpina, legato all’espansione della specie da Austria e Slovenia e a qualche segnale nel versante francese/ligure. Nonostante questo, la popolazione italiana di lontra è ancora oggi tra le più minacciate e isolate d’Europa, essendo ancora assente in gran parte del suo areale storico, soprattutto nelle regioni centrali e settentrionali della penisola. In Italia si stimano tra gli 800 e i 1.000 individui di lontra, un numero ancora ben al di sotto del limite vitale minimo. Il WWF in Italia è stato il primo a dare l’allarme sullo stato della lontra negli anni ’80, dando vita al Gruppo Lontra Italia e coordinando il primo e unico monitoraggio nazionale dalla primavera del 1984 all’autunno del 1985, in cui emerse che solo il 6% dei 1.300 siti monitorati erano effettivamente occupati dalla specie. Infine il Manifesto del Gruppo Lontra Italia, sottoscritto nel 1993, che portò a identificare, tra le altre cose una serie di centri Lontra tra cui quello dell’Oasi WWF di Penne. Proprio le Oasi del WWF sono state un'azione fondamentale per la conservazione della specie, come quelle di Serre-Persano, Grotte del Bussento e Lago di Conza in Campania, Pantano di Pignola e Policoro in Basilicata, Cascate del Verde in Abruzzo, e il sostegno alla realizzazione di importanti aree protette come il parco nazionale del Cilento-Vallo di Diano e Monti Alburni.