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LIBRI - "Ibra, essere Ibrahimovic", il nuovo libro di Andrea Romano in occasione del compleanno dello svedese
01.10.2022 02:00 di Redazione
Il 3 ottobre del 1981 nasceva Zlatan Ibrahimovic, calciatore svedese considerato uno fra i più forti e completi della sua generazione. 
 ... « A quarant'anni, ormai, Zlatan è un marchio, una griffe, qualcosa di immediatamente riconoscibile come una grande casa di moda. Il ragazzo che se n’era andato da Malmö è riuscito davvero a conquistare il mondo. Per farlo è dovuto diventare un calciatore inedito e soprattutto irriproducibile. Un uomo che è stato capace di preservare il suo essere bambino, anzi, che lo ha elevato a sistema, che ha trasformato la sua fanciullezza nella sua caratteristica tecnica più efficace e peculiare. Ibra è stato frainteso, banalizzato, vilipeso e sottovalutato. Eppure, il suo talento verrà presto rimpianto. Lo sve dese ha fatto sapere che continuerà ancora a giocare e troverà ancora il modo di essere decisivo. Nonostante l’età che avanza. Nonostante il fisico che si sfalda. D’altra parte, Zlatan ha dimostrato di poter realizzare qualsiasi cosa, persino smentire quella massima di Pablo Picasso che dice: «I quarant’anni sono quell’età in cui ci si sente finalmente giovani. Ma è troppo tardi». E forse non abbiamo ancora capito quanto siamo stati fortunati a vivere nell’era di Ibra» . 
 
Dal capitolo "Milan, di nuovo" del libro "Ibra" di Andrea Romano.
 

Zlatan Ibrahimovic non è solo un calciatore che ha segnato in maniera indelebile gli ultimi due decenni, Ibra è soprattutto una fede laica, una religione pagana. E lui, sommo sacerdote del culto di se stesso, si è raccontato e si è fatto raccontare tramite una liturgia continua, una (auto)celebrazione amplificata dai social network che ha contribuito a costruire il suo status.

 

Eppure, questa narrazione superomista ha avuto anche l’effetto perverso di rendere monodimensionale la sua figura di calciatore dalle mille contraddizioni: fisicamente dominante ma dotato di tecnica deliziosa, decisive in campo ma mai in grado di vincere il trofeo più importante, leader di tante squadre ma solo recentemente al centro degli endorsement dei compagni.

 

Questo libro, tramite l’analisi di una serie di dicotomie, non vuole raccontare la vita della stella svedese, ma scavare in profondità fra le pieghe della sua carriera e della sua essenza per delineare un ritratto in grado di restituirne la complessità.

 

Andrea Romano è nato nel giorno in cui van Basten ha esordito con la maglia dell’Ajax.

 

Giornalista, scrive di sport per «Il Foglio», «Il Fatto Quotidiano», «Rivista Undici» ed «Esquire». Il suo ultimo libro è Cantona. The King (2016).

 

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LIBRI - "Ibra, essere Ibrahimovic", il nuovo libro di Andrea Romano in occasione del compleanno dello svedese

di Napoli Magazine

01/10/2024 - 02:00

Il 3 ottobre del 1981 nasceva Zlatan Ibrahimovic, calciatore svedese considerato uno fra i più forti e completi della sua generazione. 
 ... « A quarant'anni, ormai, Zlatan è un marchio, una griffe, qualcosa di immediatamente riconoscibile come una grande casa di moda. Il ragazzo che se n’era andato da Malmö è riuscito davvero a conquistare il mondo. Per farlo è dovuto diventare un calciatore inedito e soprattutto irriproducibile. Un uomo che è stato capace di preservare il suo essere bambino, anzi, che lo ha elevato a sistema, che ha trasformato la sua fanciullezza nella sua caratteristica tecnica più efficace e peculiare. Ibra è stato frainteso, banalizzato, vilipeso e sottovalutato. Eppure, il suo talento verrà presto rimpianto. Lo sve dese ha fatto sapere che continuerà ancora a giocare e troverà ancora il modo di essere decisivo. Nonostante l’età che avanza. Nonostante il fisico che si sfalda. D’altra parte, Zlatan ha dimostrato di poter realizzare qualsiasi cosa, persino smentire quella massima di Pablo Picasso che dice: «I quarant’anni sono quell’età in cui ci si sente finalmente giovani. Ma è troppo tardi». E forse non abbiamo ancora capito quanto siamo stati fortunati a vivere nell’era di Ibra» . 
 
Dal capitolo "Milan, di nuovo" del libro "Ibra" di Andrea Romano.
 

Zlatan Ibrahimovic non è solo un calciatore che ha segnato in maniera indelebile gli ultimi due decenni, Ibra è soprattutto una fede laica, una religione pagana. E lui, sommo sacerdote del culto di se stesso, si è raccontato e si è fatto raccontare tramite una liturgia continua, una (auto)celebrazione amplificata dai social network che ha contribuito a costruire il suo status.

 

Eppure, questa narrazione superomista ha avuto anche l’effetto perverso di rendere monodimensionale la sua figura di calciatore dalle mille contraddizioni: fisicamente dominante ma dotato di tecnica deliziosa, decisive in campo ma mai in grado di vincere il trofeo più importante, leader di tante squadre ma solo recentemente al centro degli endorsement dei compagni.

 

Questo libro, tramite l’analisi di una serie di dicotomie, non vuole raccontare la vita della stella svedese, ma scavare in profondità fra le pieghe della sua carriera e della sua essenza per delineare un ritratto in grado di restituirne la complessità.

 

Andrea Romano è nato nel giorno in cui van Basten ha esordito con la maglia dell’Ajax.

 

Giornalista, scrive di sport per «Il Foglio», «Il Fatto Quotidiano», «Rivista Undici» ed «Esquire». Il suo ultimo libro è Cantona. The King (2016).