ROMA - Il muro biancoceleste è diventato un colabrodo. Disattenta, distratta, la difesa della Lazio, per certi versi, sembra quasi disorganizzata. Fino all'anno scorso era senza dubbio il reparto migliore della squadra e dell'intero campionato, tanto da competere fino all'ultima giornata con la difesa campione d'Italia, quella del Milan, basata su Nesta e Thiago Silva. A distanza di un anno e con lo stesso numero di partite giocate, la difesa laziale dà l'idea di aver fatto harakiri. L'anno passato i gol incassati, dopo trenta partite, erano 25, uno in meno rispetto al Milan; ora sono diventati 37. Troppi per una formazione che aspira a traguardi importanti, che aspira a conquistare i preliminari di Champions League.
Rispetto alla stagione scorsa, è il brasiliano Dias il giocatore che sembra aver fatto dei passi indietro. Leader della difesa un anno fa, ora appare il giocatore che più di altri sta attraversando un'involuzione tecnica. L'allarme è scattato già da diverse settimane, ma il suono è diventato ancora più forte dalla sfida di Parma, proprio in occasione del ritorno in campo della tanto decantata difesa titolare, schierata soltanto cinque volte. Fino a sabato sera il quartetto Konko, Biava, Dias e Radu era stato perfetto avendo raccolto quattro vittorie e un pareggio e subendo un solo gol. Dopo la disfatta di Parma, però, anche i titolari sono entrati ufficialmente in crisi. Così, se Reja e il suo staff non riusciranno a breve a trovare una soluzione, l'arrivo all'Olimpico del trio formato da Cavani, Hamsik e Lavezzi costituisce un serio rischio per frenare i biancocelesti nella corsa per la Champions League.
I fattori che hanno inciso sul preoccupante andamento del reparto difensivo laziale sono diversi, ma certamente gli infortuni hanno avuto un peso specifico. Tanti stop, alcuni anche lunghi, hanno costretto Reja a modificare spesso la formazione e soprattutto il reparto difensivo, a volte addirittura improvvisato. Un'attenuante non di poco conto, perchè non è semplice mantenere sempre gli stessi automatismi quando si cambiamo troppe volte i giocatori. Nonostante questo, però, ci sono stati anche degli errori individuali, soprattutto sui calci piazzati: è proprio da qui che sono nati il 40 per cento dei 37 gol subiti dalla Lazio. E pensare che nelle 16 partite di campionato giocate nel 2011, ossia prima della sosta invernale che segna la fine della prima parte della stagione, la difesa aveva incassato appena 13 reti, risultando una delle migliori tre del campionato dopo Milan e Juve. Nel 2012 è iniziata la caduta libera, che ha portato a subire 24 reti in 14 gare, quasi il doppio di quelli della prima parte della stagione. Adesso la Lazio è l'ottava difesa del torneo ed ha subito gli stessi gol di Fiorentina, Roma e Chievo. Con i giallorossi, tra le quarto che aspirano a contendersi il terzo posto in classifica, è quella che ha la peggior difesa. Per andare in Champions non è la strada migliore.
di Napoli Magazine
06/04/2012 - 04:47
ROMA - Il muro biancoceleste è diventato un colabrodo. Disattenta, distratta, la difesa della Lazio, per certi versi, sembra quasi disorganizzata. Fino all'anno scorso era senza dubbio il reparto migliore della squadra e dell'intero campionato, tanto da competere fino all'ultima giornata con la difesa campione d'Italia, quella del Milan, basata su Nesta e Thiago Silva. A distanza di un anno e con lo stesso numero di partite giocate, la difesa laziale dà l'idea di aver fatto harakiri. L'anno passato i gol incassati, dopo trenta partite, erano 25, uno in meno rispetto al Milan; ora sono diventati 37. Troppi per una formazione che aspira a traguardi importanti, che aspira a conquistare i preliminari di Champions League.
Rispetto alla stagione scorsa, è il brasiliano Dias il giocatore che sembra aver fatto dei passi indietro. Leader della difesa un anno fa, ora appare il giocatore che più di altri sta attraversando un'involuzione tecnica. L'allarme è scattato già da diverse settimane, ma il suono è diventato ancora più forte dalla sfida di Parma, proprio in occasione del ritorno in campo della tanto decantata difesa titolare, schierata soltanto cinque volte. Fino a sabato sera il quartetto Konko, Biava, Dias e Radu era stato perfetto avendo raccolto quattro vittorie e un pareggio e subendo un solo gol. Dopo la disfatta di Parma, però, anche i titolari sono entrati ufficialmente in crisi. Così, se Reja e il suo staff non riusciranno a breve a trovare una soluzione, l'arrivo all'Olimpico del trio formato da Cavani, Hamsik e Lavezzi costituisce un serio rischio per frenare i biancocelesti nella corsa per la Champions League.
I fattori che hanno inciso sul preoccupante andamento del reparto difensivo laziale sono diversi, ma certamente gli infortuni hanno avuto un peso specifico. Tanti stop, alcuni anche lunghi, hanno costretto Reja a modificare spesso la formazione e soprattutto il reparto difensivo, a volte addirittura improvvisato. Un'attenuante non di poco conto, perchè non è semplice mantenere sempre gli stessi automatismi quando si cambiamo troppe volte i giocatori. Nonostante questo, però, ci sono stati anche degli errori individuali, soprattutto sui calci piazzati: è proprio da qui che sono nati il 40 per cento dei 37 gol subiti dalla Lazio. E pensare che nelle 16 partite di campionato giocate nel 2011, ossia prima della sosta invernale che segna la fine della prima parte della stagione, la difesa aveva incassato appena 13 reti, risultando una delle migliori tre del campionato dopo Milan e Juve. Nel 2012 è iniziata la caduta libera, che ha portato a subire 24 reti in 14 gare, quasi il doppio di quelli della prima parte della stagione. Adesso la Lazio è l'ottava difesa del torneo ed ha subito gli stessi gol di Fiorentina, Roma e Chievo. Con i giallorossi, tra le quarto che aspirano a contendersi il terzo posto in classifica, è quella che ha la peggior difesa. Per andare in Champions non è la strada migliore.