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SHOW TIME - Gino Rivieccio su "NM": "Ringhio tutela le sue ceramiche delicate, ecco i retroscena"
16.01.2020 20:31 di Redazione

NAPOLI - Una cosa è certa: i ragazzi vogliono bene a Gattuso. La scena finale  (già vista a Sassuolo) dopo la sfida col Perugia con l’allenatore che entra in campo e li abbraccia ad uno ad uno dispensando pacche sulle spalle e bisbigliando qualcosa nell’orecchio, conferma che tra tecnico e squadra il feeling c’è. Lo stesso Insigne, pur ancora non al 100% della condizione, sembra un calciatore che comincia a ritrovarsi, forte anche di un 4-3-3 che lo privilegia e ne esalta le caratteristiche. Ma basta tutto questo per risalire la china e bypassare il fiume di incertezze e delusioni che il Napoli sta accumulando da novembre? Non sarebbe più opportuno ritrovare il cordone ombelicale tra squadra e società, magari col presidente che scioglie le riserve e scende in campo giocando in questo momento la partita più importante che certamente vale più dei tre punti? Il clima da guerra fredda, un po’ come sta succedendo tra Trump e l’Iran non aiuta e si ha la sensazione che da un momento all’altro possano sempre rompersi le famose giarretelle. Ecco che allora Gattuso sta lì pronto a isolare l’ambiente, a proteggere i pezzi e a incollare quelli particolarmente delicati che se restaurati bene possono ancora fare la loro bella figura, e non solo in vetrina o sugli scaffali. Ringhio mi fa pensare a un direttore di un negozio di ceramiche molto delicate, che teme da un momento all’altro l’irrompere di bambini sgraziati e indisciplinati, che con sortite e movimenti scriteriati possono mandare in fumo il lavoro paziente che sta facendo da 30 giorni. E allora lo vedete puntare e offrire le tazzine “Callejon” di pura ceramica vietrese senza nessun influenza cinese, oppure rimettere in prima fila il vassoio griffato Llorente di Caltagirone. Rispolverare il servizio Hysaj e proteggere e riprezzare il fiore all’occhiello: l’acquasantiera Insigne, il pezzo più pregiato della collezione tutto fatto a mano. Sempre gentile con tutti, Gattuso sa che solo preservando la bottega da incursioni esterne, può andare avanti fino al prossimo… campionario. Intanto così facendo, senza brillare, si è messo in tasca la qualificazione ai quarti di Coppa Italia. Certo se dopo la chiarezza tattica e le trasfusioni di fiducia venisse anche un po’ di buona sorte le cose si rimetterebbero nel verso più congeniale a questa stagione e probabilmente anche i dissapori e le incomprensioni, le polemiche e le sguaiate scivolate autunnali si risolverebbero. Ecco perché dopo Demme e Lobotka io punterei su qualche frate cappuccino con foto di Maradona nel monastero, o sulla benedizione di un benedettino con abbonamento Sky al Napoli da 20 anni. Naturalmente suffragato da un ritiro a Pietrelcina, senza trascurare un’escursione né alla Madonna di Montevergine né a quella di Pompei. 

 

 

Gino Rivieccio

 

Napoli Magazine
 

Riproduzione del testo consentita previa citazione della fonte: www.napolimagazine.com

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di Napoli Magazine

16/01/2024 - 20:31

NAPOLI - Una cosa è certa: i ragazzi vogliono bene a Gattuso. La scena finale  (già vista a Sassuolo) dopo la sfida col Perugia con l’allenatore che entra in campo e li abbraccia ad uno ad uno dispensando pacche sulle spalle e bisbigliando qualcosa nell’orecchio, conferma che tra tecnico e squadra il feeling c’è. Lo stesso Insigne, pur ancora non al 100% della condizione, sembra un calciatore che comincia a ritrovarsi, forte anche di un 4-3-3 che lo privilegia e ne esalta le caratteristiche. Ma basta tutto questo per risalire la china e bypassare il fiume di incertezze e delusioni che il Napoli sta accumulando da novembre? Non sarebbe più opportuno ritrovare il cordone ombelicale tra squadra e società, magari col presidente che scioglie le riserve e scende in campo giocando in questo momento la partita più importante che certamente vale più dei tre punti? Il clima da guerra fredda, un po’ come sta succedendo tra Trump e l’Iran non aiuta e si ha la sensazione che da un momento all’altro possano sempre rompersi le famose giarretelle. Ecco che allora Gattuso sta lì pronto a isolare l’ambiente, a proteggere i pezzi e a incollare quelli particolarmente delicati che se restaurati bene possono ancora fare la loro bella figura, e non solo in vetrina o sugli scaffali. Ringhio mi fa pensare a un direttore di un negozio di ceramiche molto delicate, che teme da un momento all’altro l’irrompere di bambini sgraziati e indisciplinati, che con sortite e movimenti scriteriati possono mandare in fumo il lavoro paziente che sta facendo da 30 giorni. E allora lo vedete puntare e offrire le tazzine “Callejon” di pura ceramica vietrese senza nessun influenza cinese, oppure rimettere in prima fila il vassoio griffato Llorente di Caltagirone. Rispolverare il servizio Hysaj e proteggere e riprezzare il fiore all’occhiello: l’acquasantiera Insigne, il pezzo più pregiato della collezione tutto fatto a mano. Sempre gentile con tutti, Gattuso sa che solo preservando la bottega da incursioni esterne, può andare avanti fino al prossimo… campionario. Intanto così facendo, senza brillare, si è messo in tasca la qualificazione ai quarti di Coppa Italia. Certo se dopo la chiarezza tattica e le trasfusioni di fiducia venisse anche un po’ di buona sorte le cose si rimetterebbero nel verso più congeniale a questa stagione e probabilmente anche i dissapori e le incomprensioni, le polemiche e le sguaiate scivolate autunnali si risolverebbero. Ecco perché dopo Demme e Lobotka io punterei su qualche frate cappuccino con foto di Maradona nel monastero, o sulla benedizione di un benedettino con abbonamento Sky al Napoli da 20 anni. Naturalmente suffragato da un ritiro a Pietrelcina, senza trascurare un’escursione né alla Madonna di Montevergine né a quella di Pompei. 

 

 

Gino Rivieccio

 

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